Una visione dantesca della vita ai giorni nostri
- Luca Brizi
- 9 ago
- Tempo di lettura: 1 min

Se Dante vivesse oggi, forse non attraverserebbe selve oscure, ma città iperconnesse e solitudini digitali. Il suo inferno non sarebbe popolato da mostri mitologici, ma da algoritmi, traffico, ansia da prestazione e scroll infiniti.
L’Inferno moderno è la disumanizzazione: corriamo senza sosta, ci perdiamo nei consumi, viviamo tra cemento e notifiche. Ogni girone potrebbe rappresentare un vizio contemporaneo:
i superbi sui social,
gli accidiosi nell’apatia collettiva,
i golosi di contenuti effimeri,
gli avari del tempo e gli spendaccioni dell’attenzione.
Il Purgatorio, invece, è il luogo della consapevolezza. Qui ci risvegliamo. È la fatica del cambiamento, la ricerca di senso, il tentativo di rallentare, di ripensare le relazioni, il lavoro, il nostro ruolo nel mondo. Un luogo difficile, ma necessario: è dove impariamo a vedere di nuovo.
Il Paradiso?Non è perfetto, non è in cielo. È qui, tra le piccole cose fatte bene. In un progetto pensato con cura. In un edificio che rispetta chi lo abita. In una scelta giusta anche se invisibile.Il Paradiso è nella bellezza che resiste, nella gentilezza, nell’etica che guida l’atto di creare.
Come Dante, anche noi siamo in cammino.Guidati dalla ragione, dalla visione, e – ogni tanto – da una Beatrice che ci ricorda perché vale la pena cercare la luce.
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