Quelli che noi oggi chiamiamo graffiti, hanno una storia lunghissima. Vari luoghi delle Alpi conservano graffiti dell'età preistorica.

Gli scavi Pompei ce ne hanno restituiti un'enorme quantità. Le piramidi ne sono crivellate. Il fascismo ne fece una realizzazione di Stato, ricoprendo le case degli italiani con motti del regime. Insomma abbiamo imparato a conviverci senza traumi da centinaia di anni.

Purtroppo in questi ultimi tempi, complici i ritrovati della tecnica ( come le bombolette spray) è degenerato assumendo un carattere incontrollato,che imbruttisce, deturpa e devasta amplissimi spazi delle nostre città e costituisce un demoralizzante svilimento dell'ambiente urbano: Il quale è, a sua volta un non trascurabile fattore di degradazione dello stesso vivere civile.

Certamente esistono graffiti e graffiti_ si tratta di un fenomeno di cultura, o sottocultura, urbana di diffusione mondiale e di notevole complessità, che spazia da da vere e proprie manifestazioni artistiche, sia pure di tipo provocatorio e ribellistico - o forse semplicemente non ancora consolidato -, alla pura affermazione vandalica di se stessi attraverso l'apposizione sui muri, insegne, monumenti, mezzi di trasporto e su ogni altra superficie , di un proprio simbolo o logo ( quello che in gergo si chiama tag - "cartellino" , in pratica la firma del writer o del suo gruppo, la crew, come viene chiamata: una affermazione di presenza di tipo canino ( segnare il territorio con uno spruzzo della propria urina) che non tiene conto del fatto che, nella civiltà umana al contrario di quelle animali, il diritto alla propria libertà cessa la dove va a ledere la vita e il diritto altrui.

In ogni caso, al di là delle disquisizioni sociologiche, l'alluvione di questi imbrattamenti crea notevoli problemi a chi ne è vittima ma non si rassegna a vivere in un ambiente sempre più degradato. Occorre perciò mettere a punto una qualche difesa contro simili aggressioni.