top of page

Chi era Escher (oltre le illusioni)

  • Immagine del redattore: Luca Brizi
    Luca Brizi
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

ree

Maurits Cornelis Escher (1898–1972) era un artista olandese che lavorava come un architetto mancato e un matematico inconsapevole. Disegnava mondi che non possono esistere, eppure sembrano costruiti con una precisione assoluta.Scale che salgono e scendono nello stesso momento, edifici che si piegano su sé stessi, superfici che diventano spazio.

La sua opera è un ponte tra la visione e la logica, tra la sensibilità del disegnatore e la mente geometrica dell’ingegnere.

🔹 L’illusione come linguaggio

Escher non disegnava per ingannare, ma per rivelare. Le sue opere non sono trucchi ottici: sono esperimenti sul confine tra ciò che è reale e ciò che potrebbe esserlo. Ti costringono a chiederti: dove finisce la realtà e dove comincia la percezione?

Ogni suo disegno è una costruzione perfettamente coerente all’interno di se stessa — e proprio per questo impossibile nel mondo reale. È come se l’architettura, nel suo universo, avesse finalmente rotto le catene della gravità.

🔹 Architettura e infinito

In fondo, Escher ragionava come un architetto. Le sue “scale infinite”, i “ponti paradossali” e le “stanze impossibili” non sono altro che tentativi di spingere la costruzione oltre la sua funzione, verso una dimensione mentale.

Per lui lo spazio non era un contenitore, ma un gioco di regole da capovolgere. Ogni parete può diventare pavimento, ogni direzione può ribaltarsi in un’altra.È un’architettura che non si costruisce con mattoni, ma con pensiero e percezione.

🔹 L’infinito come architettura mentale

Osservando opere come Relativity, Ascending and Descending, o Drawing Hands, si entra in un mondo dove la logica e la poesia si fondono. Escher non cerca l’assurdo: cerca la coerenza dentro l’assurdo. E questo è profondamente architettonico.

Come l’architetto, anche Escher studia il peso, la proporzione, la prospettiva. Solo che poi decide di spostarli, piegarli, ribaltarli. È il sogno di ogni architetto: creare uno spazio dove tutto funziona anche quando sembra impossibile.

🔹 In sintesi

Escher non disegna l’impossibile. Disegna l’idea di ciò che è possibile pensare, anche se non costruire. Ci insegna che la realtà non è fatta di materia, ma di prospettive.

 
 
 

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page